Settembre ha dato inizio alla stagione delle vendemmie anche in Sardegna, una terra antica dove, grazie a recenti scoperte, è stata accertata l’origine autoctona della vitis vinifera e la vinificazione già in età nuragica e, come per la maggior parte del territorio nazionale, si prospetta una buona annata sia per la quantità che per la qualità. La raccolta non sembra infatti essere stata troppo compromessa dal tempo che, fino a qualche giorno fa, ha mostrato ancora temperature nella media stagionale accompagnate da piogge moderate. Il Corriere Vinicolo riporta le previsioni di UIV, ISMEA e Assoenologi, che sostengono si avrà un calo solo dell’1% rispetto alla vendemmia 2019. Al contrario degli anni precedenti, dunque, non sono stati riscontrati danni ingenti alle produzioni, il che ci fa ben sperare in una ripresa a livello economico ma soprattutto morale, dopo questi mesi di paura e incertezza dovuti al lockdown. Come afferma Assoenologi, se lo scorso anno la regione ha visto la propria produzione fortemente ridotta a causa di una grave carenza di piogge, quest’anno invece si dovrebbe rientrare nelle medie storiche: in Sardegna la vendemmia avrà un incremento del 18%, una crescita tra le più alte d’Italia. Nello specifico, il Vermentino, che rappresenta uno dei vitigni più rappresentativi della produzione vitivinicola dell’isola, grazie alle sue caratteristiche rese ottimali dal clima e dal terreno, promette una buona raccolta iniziata con qualche settimana di anticipo rispetto alla media delle stagioni precedenti.
La vendemmia è una delle fasi di più interessanti del processo vitivinicolo. Un’attività faticosa, particolarmente legata alle condizioni atmosferiche, ma che presenta sempre il suo fascino. In Italia la vendemmia avviene tra i mesi di agosto e novembre, quando l’uva raggiunge il giusto bilanciamento di zuccheri e acidi e presenta la maturità necessaria per ottenere determinate tipologie di vino. La maturazione dell’uva dipende principalmente dall’andamento climatico, dal tipo di vitigno e dalla posizione. Le tecniche di raccolta oggi utilizzate sono: manuale, più tradizionale e selettiva, e meccanica in cui vengono adoperate vendemmiatrici meccaniche che scuotono la pianta facendo staccare gli acini. Purtroppo il procedimento meccanico è sempre più utilizzato, anche in piccoli vigneti, a causa della scarsità di mano d’opera, dei tempi più lunghi e della rigidità delle norme che regolano la vendemmia a tutela dei lavoratori.
La tradizione vuole anche che la vendemmia sia intesa come sinonimo di festa e convivialità, momento di incontro tra le famiglie, un occasione per festeggiare la conclusione della raccolta con un pranzo insieme ad amici e familiari impegnati nella raccolta dell’uva dove, in passato, alle donne spettava il compito di avviare il pranzo mentre gli uomini si occupavano della raccolta. Oggi questo aspetto conviviale resiste nei piccoli vigneti di famiglia anche se quest’anno, a causa della pandemia, le fasi della vendemmia si sono complicate ulteriormente e naturalmente anche i festeggiamenti sono stati bloccati per evitare assembramenti.
Per quanto riguarda il mercato vinicolo, per la prima volta negli ultimi dieci anni si prevede un campanello d’allarme sia per il volume che per il valore dei prodotti. Il calo è dovuto probabilmente anche alle difficoltà incontrate a causa del Covid-19 che ha rallentato il commercio mondiale nel primo semestre del 2020. Inoltre la lunga chiusura di attività quali ristoranti, bar e pub ha influito gravemente sulle vendite, come altrettanto ha fatto la necessità dei consumatori di dare precedenza all’acquisto di beni primari tralasciando quelli che possono essere considerati dei piaceri per il palato. Il Corriere Vinicolo scrive che, rispetto allo scorso anno, la vendita di vino ha visto la perdita di 2,5 milioni di ettolitri. Da parte delle aziende vitivinicole tuttavia non è mancata la voglia di resistere e raggirare questo danno. Diverse cantine, anche quelle di piccole dimensioni, hanno infatti avviato lo shopping online tramite i propri siti web per limitare il più possibile il calo delle vendite. Stando agli studi eseguiti dall’International Wine & Spirits Research (Iwsr), proprio la crescita dell’e-commerce rappresenta la principale speranza per la ripresa del mercato vinicolo globale con un guadagno che, nel 2024, farà girare oltre 45 miliardi di dollari. Dalla prospettiva pubblicata dall’Iwsr appare dunque un mondo del vino resiliente, che dopo il colpo subito in questo anno particolare recupererà molto nel 2021 fino a riprendere i ritmi degli anni precedenti.
La viticoltura è un fiore all’occhiello dell’agricoltura della Sardegna, l’auspicio è che la nuova vendemmia sia l’inizio di una nuova ripartenza.